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Pagamenti Digitali al Bar e in Ristorante: Obbligo od Opportunità?

Pagamenti Digitali al Bar e in Ristorante: Obbligo od Opportunità?

È entrato in vigore un Decreto che attiva l’obbligo di possesso e utilizzo di POS per pagamenti digitali nei pubblici esercizi. In realtà, la legislazione su questi temi è lunga e complessa.

Chiediamo un parere definitivo al nostro collaboratore → Alessandro Klun, esperto di diritto per la ristorazione.

Intervista

Alessandro Klun, autore di testi in materia di diritto della ristorazione e creator dell’interessante profilo instagram aCenaConDiritto, divenuto ormai il nostro punto di riferimento sulle tematiche legali e legislative, riferite alla ristorazione e somministrazione:

Abbiamo interpellato Alessandro sul dibattuto tema dei pagamenti digitali, e delle relative sanzioni nel caso di mancata accettazione dell’esborso con POS, da parte del pubblico esercizio.

Cerchiamo di capire con l’esperto se queste formule di pagamento possano tradursi in opportunità.

Buongiorno Alessandro, grazie ancora per essere qui… Il Decreto PNRR ha anticipato l’obbligo del POS per gli esercizi commerciali, inclusi bar e ristoranti. Quali sono le sanzioni per i titolari che rifiutano ai clienti la possibilità di pagare con strumenti elettronici?

Con il Decreto-legge 179/2012, articolo 15, comma 4, c.d. Decreto Crescita 2.0. convertito dalla L. n. 221/2012 e successive modifiche, si è introdotto anche per bar e ristoranti l’obbligo di utilizzo di strumenti di pagamento elettronici.

Questo dev’essere garantito tramite Pos, carte di pagamento, relativamente ad almeno una carta di debito, una carta di credito e alle carte prepagate, a prescindere dall’importo oggetto della transazione.

Il successivo art. 15, comma 4 bis del D.L. 179/2012, stabilisce che a partire dal 30 giugno 2022 il rifiuto di accettare pagamenti con tali modalità comporta l’applicazione di una sanzione amministrativa pecuniaria pari a 30 euro, aumentata nella misura percentuale del 4% sul valore della transazione negata.

In relazione all’utilizzo di strumenti di pagamento elettronici sono previsti crediti d’imposta?

Nell’ottica di incentivare il ricorso al pagamento tramite Pos, il Decreto-legge n. 124/2019 – art. 18 co.1 lett. a, (conv. con L. 19/12/2019, n. 157) – ha introdotto anche un sistema di sostegni per l’acquisto dello strumento, sotto forma di bonus dal 30 al 100%, in favore di attività commerciali con un fatturato annuo uguale o inferiore a euro 400.000 o di piccole e medie attività che dispongono di un registratore di cassa elettronico per i corrispettivi.

Il successivo Decreto-legge 30 giugno 2021 n. 99 ha previsto, inoltre, un duplice credito di imposta:

Il primo, fino a una soglia di spesa massima di euro 160,00, in favore di esercizi che dispongono a titolo di noleggio, acquistano, impiegano mezzi di pagamento collegati a registratori di cassa elettronici.

Il secondo, fino a una soglia di spesa massima di euro 320,00, per le attività che nel corso del corrente anno usano strumenti di pagamento elettronico che permettono la memorizzazione e l’invio telematico dei corrispettivi giornalieri.

È possibile pagare la sanzione in misura ridotta?

Precisato che la sanzione, come sopra descritta, trova applicazione tanto nell’ipotesi di rifiuto da parte dell’attività a ricevere un pagamento elettronico, quanto nell’ipotesi in cui – a seguito di accertamento all’interno del locale – le autorità preposte ai controlli verifichino l’assenza del Pos, è da escludere questa possibilità.

In quanto il richiamo da parte dell’art. 15, comma 4 bis del D.L. n. 179/2012 convertito con L. n. 157/2019, alla legge 24 novembre 1981, n. 689 esclude l’articolo 16 di tale ultimo provvedimento in materia di pagamento in misura ridotta.

È possibile pagare il conto con valute digitali?

Recenti sono le notizie dei primi ristoranti italiani che offrono la possibilità di pagare il conto anche tramite criptovalute – le più famose Bitcoin ed Ethereum – certificate attraverso blockchain ossia un registro contabile digitale, condiviso e immodificabile, la cui finalità è quella di rendere più semplice il tracciamento di beni e transazioni.

A condizione, tuttavia, che tali valute digitali vengano convertite in euro.

In questi casi come avviene il pagamento?

Preliminarmente occorre fare riferimento a una piattaforma che permette di accettare pagamenti in bitcoin e bitcoin cash, ove previa registrazione dell’attività di somministrazione, viene creato un account con relativo wallet.

La transazione con il cliente avviene tramite smartphone o meglio tramite wallet installato sul telefono attraverso il quale viene inquadrato un QR-code generato tramite app dal locale, cui fa seguito l’invio del pagamento.

A questo punto il soggetto che ha ricevuto il pagamento ha una triplice possibilità: i) trattenere l’importo ricevuto in valuta digitale; ii) convertirlo in euro; iii) riceverlo bonifico sul conto bancario.

Quali prospettive si intravedono all’orizzonte nel mondo delle valute digitali?

Nella gestione delle transazioni, accanto ai strumenti tradizionali quali contanti e carte, si può ipotizzare l’affermazione, sia pur graduale, del pagamento tramite valute digitale. Gradito, particolarmente, dai più giovani, per quali il pagamento virtuale costituisce sempre più una consuetudine.

Certo non si possono sottovalutare le resistenze a utilizzare le criptovalute come pagamento diretto da parte del cliente, giustificate dalla volatilità del loro valore di scambio, per cui è oggettivamente impossibile stabilire se tale valore, al momento della transazione, non subirà variazioni.

Malgrado ciò, si può ipotizzare uno spostamento via via sempre maggiore di attività commerciali, anche del settore somministrazione alimentare, ad accettare direttamente pagamenti digitali e token.

Esistono ulteriore formi di pagamento digitale?

Un ulteriore sistema di pagamento si basa sul QR code, già ampiamente utilizzato dalle attività di somministrazione alimentare per rendere accessibili ai propri clienti la lista di vini e piatti.

Sulla base di tale sistema, sul cui sviluppo si concentra l’attività di nuove start-up, inquadrando con il proprio smartphone il QR code il cliente può selezionare ciò che più gradisce e al contempo monitorare il prezzo delle proprie scelte, sino al conto finale, il cui pagamento avverrà tramite i principali sistemi di pagamento su smartphone, senza necessità di assistenza del personale.

In tal modo il cliente ha la possibilità di verificare in tempo reale l’ammontare del conto, e il ristoratore/barista di concentrarsi sulla offerta gastronomica e di focalizzare il personale sulla gestione della sala.

Il rifiuto di effettuare conti separati su un unico tavolo è legittimo?

Va detto che nessuna norma impone al predetto titolare di fare un conto unico o impedisce di ripartire il conto per il numero dei commensali.

La risposta parte necessariamente da una considerazione: quello che si instaura tra ciascun cliente e il titolare di un’attività di somministrazione è un autonomo rapporto di natura contrattuale, che si perfeziona al momento dell’ordine con la trasmissione della comanda alla cucina.

Da quel momento, nel caso di unico tavolo con più ospiti, ci saranno tanti contratti quanti saranno gli occupanti, dovendosi escludere la sussistenza di un rapporto unitario per il solo fatto che più soggetti sono riuniti attorno ad esso.

Ciò spiega ad esempio la possibilità di pagare e andare via prima degli altri oppure, per chi ne ha necessità, di chiedere fattura.

Pertanto, salvo diverso accordo tra le parti, che deve essere concluso al momento della prenotazione o al più tardi dell’ordine, l’imprenditore sarà tenuto a effettuare un conto per ogni cliente che ne fa richiesta.

Al contrario potrebbe accadere che se uno dei commensali non fosse in grado di pagare la sua quota il titolare potrebbe esigerne il pagamento dagli altri configurandosi una responsabilità solidale.

In conclusione, nei confronti del ristoratore ogni ospite è tenuto a pagare la somma corrispondente a ciò che ha consumato, ferma la possibilità, cui si ricorre per ragioni di praticità e comodità, di ripartire il conto in pari misura tra i clienti di uno stesso tavolo.

Grazie dell’ospitalità. Buon lavoro per gli operatori e operatrici italiani e… siate sempre più digitali!

Conclusione

Ringraziamo Alessandro Klun per la precise delucidazioni in tema di diritto della ristorazione. Proponi, se vuoi, la tua esperienza. Parla direttamente con l’esperto e segnalaci temi che gradiresti affrontare e approfondire.

Un autunno complesso è dietro l’angolo, con panorami socio-politici nazionali e internazionali ricchi di tensioni e problematiche. Le emergenze climatiche e sanitarie non risultano affatto superate.

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a cura di

Nicoletta Polliotto

Chef di Cucina per Muse Comunicazione®, Web Media Agency specializzata in analisi, pianificazione e realizzazione di progetti di promozione on-line per il Food&Wine, il Turismo e le PMI.

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