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Come il Delivery Cambia il Mondo Food e Beverage

Come il Delivery Cambia il Mondo Food e Beverage

Anticipiamo le tendenze food fin dal 2013, ma Delivery e eCommerce stanno crescendo a ritmi esponenziali proprio in questi giorni. Secondo il sondaggio di PayPal, 90% degli italiani ha acquistato cibo online nel 2021.

Il fenomeno riguarda anche il beverage. Oggi ascoltiamo la storia di chi ha precorso i tempi in Italia → Andrea Antinori, Founder e Ufficio Stampa di Winelivery.

Bio di Andrea Antinori

Abbiamo chiesto ad Andrea Antinori che ci parlasse di lei, presentandosi.

Sono founder di Winelivery e attuale responsabile dell’ufficio stampa, ho 33 anni, sono Valtellinese, mi definisco una Globe trotter. Background internazionale e parlo fluentemente 4 lingue.

Dopo la laurea in fisioterapia e la collaborazione con l’università degli studi di Pavia in qualità di co-relatore, un master in Luxury Goods Management all’Università Cattolica del Sacro Cuore, ho fondato Winelivery nel 2015.

Andrea Antinori

Intervista

Winelivery è l’App per bere, con servizio di consegna in 30 minuti di vino birra e drink alla temperatura ideale ma anche ghiaccio e snack. Winelivery è anche l’App per comunicare, con oltre un milione di download è in grado di connettere direttamente il consumatore con il produttore, che può “raccontare” i propri prodotti e distribuirli con un servizio di consegna dedicato.

Il servizio, lanciato a Gennaio 2016 a Milano, è ora attivo dalla Sicilia all’Alto Adige con oltre 70 store.

Intervistammo i founder di Winelivery nel 2018 e ne riparlammo l’anno successivo. È nato il desiderio di rincontrarli per verificare insieme le evoluzioni del Wine Delivery durante la crisi 2020-2021.

Buongiorno Andrea e grazie per il tempo che ci dedichi. Come evolvono ristorazione e accoglienza turistica in questo lungo periodo di crisi? Quali le prospettive e le opportunità nell’immediato?

L’intero settore della ristorazione ha dovuto affrontare forse la peggiore crisi di sempre in questo ultimo anno e mezzo. E come dopo ogni batosta si è dovuto rialzare rimboccando le maniche alla miglior maniera: imparando a lavorare anche in modo non convenzionale.

Molte realtà hanno aperto le proprie porte al settore della ristorazione business, accreditandosi come mense, molti altri invece si sono affacciati su uno scenario completamente differente e per molti nuovo: la delivery.

Non solo un nuovo modo di “impiattare” le proprie leccornie e “servire” il cliente, ma anche di cucinare per far sì che il prodotto uscito dalla cucina, una volta percorsi i suoi chilometri, arrivi al destinatario con la qualità che merita, per tenere alto il nome del ristorante.

Il nuovo terreno di gioco non si limita solo alla cucina ma si allarga a tutto un nuovo settore, molto più competitivo: quello della food delivery, si gioca “fuori casa”.

Oltre alle sfide, la delivery rappresenta anche una grandissima opportunità: quella di avere infiniti coperti.

Sicuramente sarà stato difficile, sia per chi già si affidava alla consegna a domicilio sia per i novizi dell’arte, puntare 100% su queste modalità di servizio. Si è cavalcata però l’opportunità di raggiungere sia i clienti già affezionati, che
così non hanno rinunciato ai piatti preferiti, sia nuovi clienti. Ampliando sicuramente il parterre di aficionados e di occasioni di consumo.

Quale ritieni essere stata la vostra personale risposta alla crisi? Quali risultati state ottenendo grazie ai vostri intenti e progetti? Certo la vostra esperienza è B2C ma la vostra testimonianza può essere utile anche per i ristoratori?

Nel nostro caso si può parlare di tutto fuorché di crisi. Per noi, come per tutte le realtà della delivery, questo periodo ha rappresentato una vera rampa di lancio: offrendo un servizio quasi indispensabile.

In fase di lockdown la base utenti è andata allargandosi e noi abbiamo avuto sia l’onore di continuare a permettere a tutti gli Italiani di brindare anche tra le mura di casa, che la fortuna di essere testati da un pubblico molto più ampio, guadagnando nuovi clienti ora affezionati al servizio.

Parliamo di Delivery (soluzione distributiva che ha fatturato circa 706 milioni nel 2020 con un +19%). Come sta evolvendo e come vedete il vostro futuro?

Questo è il momento di maggior fermento per il mondo della delivery. Dopo il boom dei “veterani” come noi di Winelivery durante la pandemia, ora è il tempo dei nuovi entranti: negli ultimi mesi, su città come Milano, sono atterrate tantissime nuove piattaforme specializzate nella consegna a domicilio di tipologia “Last Mile”.

Il mercato della delivery è ancora in una fase di grande crescita, lato investimenti però non sono così convinta che l’adoption potrà continuare ad aumentare di pari passo: quante app di delivery possiamo volere sul nostro cellulare?

Noi continueremo a lavorare per migliorare la proposta al pubblico aggiungendo nuove features lato tecnologico e di servizio. A breve saremo presenti sul territorio italiano anche con dei punti fisici dove le persone potranno entrare per comprare le loro bottiglie preferite o, semplicemente, per godersi un buon bicchiere di vino: Winelivery POP.

Winelivery non nasce per limitare la sua attività al territorio italiano… a breve si sentirà parlare anche di Winelivery Francia!

La nuova normalità ci farà convivere con soluzioni ibride. Scenari di organizzazione del lavoro e della pausa pranzo rivoluzionati. Il centro città perde appeal a vantaggio di una periferia e una provincia dal ritmo meno forsennato e più vivibile. Safe&Clean diventa il nuovo mantra per il nostro ospite. Quale il futuro prossimo che ci aspetta e come a tuo avviso occorre ripensare la somministrazione professionale?

Safe, Clean & Green: per stare al passo con queste nuove tendenze è importante rivalutare anche la parte di approvvigionamento delle materie prime, con un occhio puntato verso la sostenibilità della catena produttiva delle stesse e l’altro orientato verso la diminuzione dello spreco alimentare.

Meno piatti in menù, più turnazioni su pietanze particolari così da offrire un menù vario nel tempo, privilegiando le materie prime di stagione.

Magari consigliando direttamente in carta il vino da abbinare alle pietanze proposte, così da far girare anche la cantina all’unisono con la cucina.

Fidelizzazione e Standardizzazione: due parole snobbate dal nostro settore. Perché secondo te? Per quali ragioni il ristoratore e il somministratore dovrebbero ricredersi?

La fidelizzazione al giorno d’oggi è sempre più importante: avendo allargato il numero di coperti, grazie alla delivery, così si sono aperte anche le porte ai competitor, ovvero altre realtà da cui i clienti possono ordinare. È, quindi, fondamentale trovare il modo per fidelizzare i propri clienti, per far si che tornino da noi, evitando come la peste la leva prezzo.

Per quanto riguarda la standardizzazione, parola che spesso ha sapore di perdita di identità, occorre non averne paura o diffidarne. Specialmente nei processi logistico/operativi, è fonte di grande risparmio per l’azienda per non parlare di quanto limiti la possibilità di fare errori.

Parliamo di Tecnologia: non si fa che affrontare il tema della Digital Acceleration. Quanto è importante per il vostro progetto? La ritenete utile anche per i ristoratori?

È assolutamente fondamentale. Winelivery nasce come piattaforma tecnologica dove poter ordinare i propri drink preferiti e riceverli in meno di 30 minuti.

La tecnologia nel tempo si è poi evoluta trasformandosi anche in un canale di comunicazione e analisi capace al contempo di raccontare ai nostri clienti i prodotti presenti in piattaforma. Inoltre, di raccogliere dati grazie ai quali il nostro osservatorio può analizzare andamenti di mercato e fare studi specifici di settore.

Non soltanto online, la tecnologia sarà fondamentale anche nei nostri wine-bar, sia per ordinare che per pagare il conto.

Parliamo di Digitale: come sta facendo crescere il comparto Beverage in Italia?

Il comparto beverage in Italia e nel mondo è stato “attaccato” dalla digitalizzazione sotto più punti di vista: dalla produzione alla distribuzione, dalla comunicazione all’educazione. Il vero potere del digitale sta nella sua ubiquità: un contenuto può essere ovunque allo stesso momento.

Questo significa, innanzitutto, che le nozioni riguardanti il beverage sono reperibili in maniera più semplice, avvicinando il pubblico al prodotto in maniera quasi intima, dando quindi la possibilità di far innamorare i consumatori di ciò che andranno poi a consumare.

La digitalizzazione rende il consumatore anche più consapevole di ciò che mette nel bicchiere, agevolando scelte più consce specie di prodotti che magari prima erano considerati di nicchia.

Valori importanti per il cliente sono Sostenibilità e attenzione all’Ambiente: quale la vostra filosofia e le azioni per contrastare questo tema impellente?

Fin da subito ci siamo adoperati per limitare al massimo lo spreco di risorse, prediligendo le delivery con mezzi green (bici e bici elettriche), eliminando tutti il più possibile i materiali usa e getta e plastici sostituendoli con prodotti di origine cartacea.

Oltre a vantare una filiera cortissima, trattando direttamente con chi le bottiglie le produce, tendiamo anche a privilegiare prodotti e produttori che rispecchiano linee di produzione sostenibili e con un occhio sempre rivolto all’ambiente.

Come potete essere utili a enoteche e rivenditori? Ne siete concorrenti o alleati?

Winelivery è una vetrina, uno “shelf” su cui posizionare il proprio prodotto con la caratteristica dell’ubiquità. Per i prodotti presenti nei negozi fisici può essere una set di prova: un luogo dove i clienti testano il prodotto che una volta trovato nei negozi sarà sicuramente aggiunto al carrello in fase di acquisti.

Per noi è importante specificare che non siamo concorrenti: chi va in enoteca continuerà ad amare l’esperienza di poter parlare di vino, di farsi consigliare da voci esperte, perché anche questo fa parte dell’esperienza propria di una bottiglia.

Per loro Winelivery entrerà in gioco nei momenti di necessità: quando Maometto non può andare alla montagna… beh! la storia la conoscete.

Dove possiamo trovarvi prossimamente e come restare in contatto?

Innanzitutto, scaricando la nostra app! :)

Ci lasciamo con qualche consiglio o augurio per i ristoratori che ci seguono?

Ricordiamoci che oggi tecnologia e digitale sono quasi imprescindibili: non possiamo immaginare una vita senza o un modo di comunicare differente, saremmo quasi zoppi.

Il consiglio che mi sento di dare è, pertanto, quello di avvicinarsi il più possibile a entrambi, cercando però di mantenere la propria identità, perché come sempre, il giusto sta nel mezzo.

Grazie per l’attenzione e in bocca al lupo a tutti…

Conclusione

Ringraziamo Andrea per averci offerto suggerimenti e informazioni utili per apprezzare e comprendere meglio le opportunità del delivery, anche wine! Ragioniamo insieme sul futuro della ristorazione italiana e del segmento F&B.

La nostra rassegna di incontri e interviste, per confrontarci con le diverse esperienze e strategie da adottare nel post Covid-19, è un appuntamento fisso del giovedì. Se gradisci, iscriviti e segui la nostra newsletter.

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a cura di

Nicoletta Polliotto

Chef di Cucina per Muse Comunicazione®, Web Media Agency specializzata in analisi, pianificazione e realizzazione di progetti di promozione on-line per il Food&Wine, il Turismo e le PMI.

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