Intervista a Sorsi di Web tra Food and Wine Marketing
La scorsa settimana abbiamo lanciato il nostro nuovo libro, dedicato al Digital Food Marketing, frutto di ricerca, esperienza sul campo e di collaborazione con stimati colleghi e professionisti.
Vogliamo riproporre, qui sul blog, alcune delle loro testimonianze… come quella odierna che narra di wine, non solo utile strumento per esaltare il piatto e l’esperienza del cliente, quanto potente e indimenticabile leva marketing. Parliamone con → Susana Alonso, founder di Sorsi di Web.
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Ogni parte del sistema di comunicazione, promozione e vendita dell’offerta è raccontata con semplici how-to-do, conditi con buone pratiche, interviste agli specialisti, testimonianze di brand del food e della accoglienza ristorativa. Pratici spunti da applicare subito in cucina e in sala.
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Storia di Susana Alonso
Dopo l’esperienza lavorativa in Argentina nel settore finanziario, Susana nel 2001 si trasferisce in Italia per frequentare un Master in Relazioni Internazionali. Da allora ha sempre lavorato nell’Ufficio Export & Marketing di aziende di vari settori, fino alla nascita di una grande passione per il mondo del Food & Wine, per la comunicazione e il marketing online.
Con lavoro e cura nella formazione – due master in comunicazione e uno in sommellerie – ha sviluppato competenze specifiche: l’internazionalizzazione digitale delle aziende e il rapporto tra vino e turismo.
Nel 2015 ho creato Sorsi di Web, agenzia di web marketing specializzata in Food & Wine. Dal 2017 ha sede in Sardegna, a Nuoro… una terra meravigliosa.
—Susana Alonso
Intervista
Buongiorno Susana e grazie per dedicarci il tuo tempo. So che siamo ormai in primavera ma ci elenchi le tendenze rilevate per questo nuovo anno nel tuo settore?
Susana Alonso: Grazie a voi per l’ospitalità. La comunicazione del Food & Wine, il mio ambito di lavoro, è legata sempre più strettamente al turismo. Credo che una delle tendenze più forti di questo 2018 sia proprio una crescita importante nella domanda di esperienze enogastronomiche memorabili come parte di un viaggio.
Per poter rispondere adeguatamente a tale esigenza, operatori di tipo diverso (trasporti, hotel, ristoranti, cantine, ecc.) devono riuscire a creare delle reti e a collaborare fra loro in maniera sinergica. Solo così è possibile far vivere all’ospite un’esperienza memorabile, che non si limita a una degustazione in cantina ma si allarga a un territorio e a una cultura/tradizione.
#Tendenze2018 #Food&Wine: crescita del Turismo di Cibo e Vino @Sorsidiweb Condividi il TweetCosa dobbiamo aspettarci, magari partendo dai numeri del 2017, per il mercato del vino italiano in termini di qualità e quantità ma anche di distribuzione interna e internazionale? Quanto conta l’e-commerce nell’internazionalizzazione del nostro vino.
SA: La vendemmia del 2017 è stata segnata, nel bene e nel male, da una certa avversità climatica. Le gelate di primavera e la successiva mancanza di pioggia hanno portato a una produzione limitata in termini quantitativi, tuttavia spesso ottima qualitativamente. Verosimilmente dovremmo dunque aspettarci un certo, giusto aumento dei prezzi, a parità di domanda.
L’e-commerce è un ottimo canale di distribuzione del vino. In Italia ci sono chiari esempi di successo in questo settore: Tannico, Xtrawine (con una sede a Hong Kong), Callmewine e Amazon.
Solitamente, il commercio elettronico delle aziende è affidato ai grandi portali/marketplace. Questo perché è difficile ottenere da soli una visibilità soddisfacente e guadagnare traffico verso la propria piattaforma e-commerce. Per le piccole e medie cantine in maniera particolare, la gestione delle vendite online attraverso piattaforme molto visibili e dotate di una buona logistica offre grandi vantaggi.
Questa scelta, però, può avere almeno un lato negativo: la percezione del vino come una commodity. Infatti, un grande e-commerce tende a uniformare i prodotti in offerta e a farli competere, soprattutto, sul prezzo, lasciando in secondo piano l’identità del singolo brand. Bisogna dunque cercare il massimo equilibrio.
#Tendenze2018 #Food&Wine: Vendere sui Marketplace curando la Brand Identity @Sorsidiweb Condividi il TweetNuove abitudini di ricerca e di acquisto creano ulteriori aspettative. Queste si traducono in relazioni rinnovate, in un customer journey rivoluzionato, complici mobile e social network. Cosa possono fare i ristoratori per cavalcare l’evoluzione? E come il vino può aiutarli a comunicare meglio, ne abbiamo anche discusso nel nostro nuovo libro Digital Food Marketing.
SA: Senza dubbio, il vino può aiutare a comunicare il ristorante in maniera efficace. La comunicazione enogastronomica sui social attira sempre di più l’attenzione degli utenti e i winelover tendono a scegliere i ristoranti anche in base ai vini che offrono.
Per la ristorazione diventa fondamentale costruire e sostenere una propria presenza online. A cominciare dalla creazione del sito web aziendale, l’hub di tutta la strategia di comunicazione digitale, fino a un corretto presidio dei social media più frequentati dai consumatori potenziali.
La completezza e la personalizzazione dei contenuti (carte dei vini online, integrazione con i piatti, focus su una certa tradizione o territorio, ecc.) possono fare la differenza. I video e le campagne di influencer marketing sono elementi importanti della promozione online attuale… non solo per le cantine, ma anche per i ristoranti.
Se si riesce a trovare il giusto tono di voce per il brand, a individuare bene le buyer personas, è possibile proporre contenuti competitivi che contribuiscono in maniera sostanziale alla reputation.
Food Pairing, Food Matching: quale differenza c’è e come possiamo definire l’abbinamento giusto 2018 di vino e piatto?
SA: Food pairing è usato per lo più per identificare quali alimenti si accostano bene insieme. Invece, quando si parta di food matching, ci si riferisce più specificamente all’abbinamento vino-cibo.
A mio parere ha perfettamente senso scegliere il vino che ci piace, anche senza avere una conoscenza dei vini approfondita. È vero che più si conosce su un vino e più lo si può apprezzare durante la degustazione: ci sono regole condivise, generali e particolari. Però non si tratta di leggi immutabili e gli approcci all’abbinamento del vino con il cibo sono ampi.
Karen Page e Andrew Dornenburg, nel loro libro The Food Lover’s Guide to Wine, assegnano una personalità a ogni vino prima di fare gli accostamenti con il cibo. Così, individuano 9 tipologie o caratteri di vini, che vanno dal “perfezionista” (Sauternes) al peacemaker, cioè il vino che funziona quasi con ogni piatto in tavola.
Per realizzare gli abbinamenti, più importante di ogni classificazione è degustare nuovi vini, ampliare le esperienze e così cercare di migliorare le conoscenze e raffinare i propri gusti.
Quali le tendenze dell’affiancamento Piatto/Bicchiere nel 2018?
SA: Una nuova tendenza è abbinare ai piatti dei Cocktail, estendendo questo prodotto oltre il tradizionale aperitivo. Nel matching tra cocktail e cibo, l’accostamento si costruisce tipicamente per affinità gustativa e non per contrasto.
Un altro trend, soprattutto americano, è l’ampliamento delle aree dedicate ai Wine Bar nei ristoranti. Questo spazio comprende spesso un’offerta gastronomica dedicata, da piccoli appetizer a piatti un po’ più complessi, che lascia all’ospite la scelta di proseguire con un pasto completo o di fermarsi a una consumazione più leggera.
Continua poi il trend positivo dei Vini Rosati. I consumatori li cercano sempre più spesso e le carte dei vini iniziano a proporli con più frequenza, rispetto al passato, quando i rosé erano considerati difficili da vendere.
Si diffonderanno i vini cosiddetti naturali: biologico, biodinamico, vegano. Ci fai un quadro e una tua piccola classificazione?
SA: I vini naturali, biologici o vegani rientrano spesso nell’adozione di certi precisi stili di vita. Aumenta la loro presenza nelle fiere enologiche e ci sono sempre più manifestazioni a loro dedicate, tendenza favorita dalla domanda a livello mondiale di gastronomia sulla stessa linea (biologica/vegetariana/vegana).
I Vini Naturali sono il prodotto di tecniche di viticultura e vinificazione più semplici possibile. Per esempio, usano spesso vitigni autoctoni e lieviti indigeni, evitano il controllo delle temperature e le chiarificazioni/filtrazioni, seguono i cicli naturali e non prevedono l’aggiunta di sostanze diverse da quelle già presenti naturalmente nel terroir. Non esistono regolamenti precisi da seguire.
I Vini BIO invece rientrano nella normativa del Regolamento Europeo 202/2012. Queste norme prevedono per esempio limitazioni precise alle pratiche ammesse in vigna e in cantina, come quelle orientate alla difesa da batteri, parassiti o insetti.
Un vino biologico è il prodotto di un rapporto armonico tra territorio, natura e uomo. Nonostante ciò, sono ammesse diverse tecniche chimico-fisiche orientate alla qualità. Recentemente, la legge europea sui vini BIO ha modificato la percentuale di uso dei solfiti nella conservazione dei vini. Le dosi sono state abbassate a 100 mg/l per i rossi e 150 mg/l per bianchi e rosé.
La Vinificazione Biodinamica nasce dai principi del filosofo ed esoterista Rudolf Steiner. Prevede tecniche di coltivazione che seguono le cadenze della natura e non contempla fitofarmaci, trattori e motori in vigna. È contemplata, invece, la pratica dei sovesci, cioè la concimazione dei terreni con leguminose per fissare l’azoto e così ossigenare e fertilizzare la terra.
Il vino vegano tende a evitare i coadiuvanti che servono a chiarificare, depurare e a rendere il vino più limpido, sostanze di derivazione animale (come l’albumina, dalle uova o la casina, dai latticini) e di cui possono rimanere tracce nel prodotto finale. Alcune cantine invece usano coadiuvanti di origine vegetale o minerale. Chi fa vino vegano lo può dichiarare attraverso una autocertificazione.
Io conosco diversi vini BIO della mia zona, spesso Cannonau di Sardegna DOC. Ogni tanto dedico dei blog post alla loro degustazione, perché non è raro che mi sorprendano con sfumature inedite.
Ci piacerebbe parlare molto di creazione del listino ma l’intervista risulterebbe interminabile. Dacci qualche consiglio per il 2018 e poi prometti di tornare per un’intervista dedicata. Noi lavoriamo con attenzione e ardore sul Menu Design quindi è un tema molto caro. Che ne dici?
SA: Quando penso ai contenuti della carta dei vini online, penso sempre che “less is more”, nel senso che più è snello e meglio è. Questo principio vale innanzitutto per la quantità di etichette in offerta. Meglio averne poche (diciamo massimo 20 o 25), ma ben selezionate e conservate con cura.
Fra i dettagli che si possono includere, utilmente, già in un menù digitale dei vini:
- Distinzione fra vitigni autoctoni e vitigni internazionali.
- Indicazione precisa della tipologia del vino (secco o dolce; fermo, frizzante o spumante – le ultime due sono invece spesso condensate in un vago “bollicine”).
- Colore (non è sempre scontato) e il corpo (vini più o meno strutturati si abbinano a piatti diversi).
- Denominazione di origine precisa (un’integrazione interessante è un aiuto visual, come una piccola mappa della zona di provenienza).
- Annata (manca davvero troppo spesso. E dovrebbe essere aggiornata in base alla disponibilità effettiva).
- Prezzo (a proposito del quale è bene chiarire a quale formato di bottiglia si riferisce).
Un consiglio Librario o Cinematografico?
SA: Oltre al titolo che citavo di Page e Dorneneburg, una guida di riferimento molto utile è l’Atlante mondiale del vino di Jancis Robinson e Hugh Johnson.
Per capire tanti dettagli sul vino, un libro molto ben fatto è per esempio Il libro completo del vino, di Giuseppe Sicheri.
Mi piace la serie TV francese Delitti.DOC del famoso enologo Benjamin Lebel.
Qualche consiglio ai ristoratori e chef che ci stanno leggendo? Ci inviti a qualche evento o ci lasci con qualche appuntamento?
SA: Credo che la cosa più importante sia puntare sull’espressione della propria individualità, mettendo in evidenza gli aspetti, anche piccoli, che la differenziano e la rendono unica. È anche importante non fossilizzarsi troppo: si può seguire la tradizione, esaltando ingredienti e vini locali, nello stesso tempo reinterpretare abbinamenti e pietanze in senso moderno, evitando improvvisazioni e azioni senza obiettivi precisi.
Senza formazione o senza il supporto, alternativo o integrativo, di un professionista preparato, si rischia di vanificare la spesa e il tempo. Il mio consiglio è, dunque, definire bene un budget, stabilire degli obiettivi e dei risultati attesi, agire di conseguenza.
Di eventi ricchi di novità ce ne sono tanti. Sicuramente, il prossimo da non perdere è Vinitaly. E se volete fare un salto in Sardegna, il 26 maggio a Mamoiada ci sarà una nuova edizione del nostro SorsiAperiWeb, dove parleremo di enogastronomia, turismo e brand identity.
L’evento comprenderà un assaggio di prodotti locali. Vi aspetto dunque! Grazie ancora per la vostra cordiale ospitalità.
Conclusione
Grazie a Susana per dovizia di dettagli e idee che ha condiviso con noi. Il 26 maggio saremo ospiti di SorsiAperiWeb per discutere di food & wine applicato alla comunicazione digitale. Ti aspettiamo.
Approfitta della presenza di Susana esperta di food matching e comunicazione del vino: poni domande, racconta le tue esperienze negli abbinamenti e nella creazione della carta dei vini. Lascia un tuo commento.
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PRESENTAZIONI
- 23 Apr 2018, h. 17:30 – Genova, Best Western Plus City Hotel
- 03 Mag 2018, h. 17:30 – Lecce, Liberrima all’Ombra del Barocco
- 10 Mag 2018, h. 17:30 – Torino, Firma-Copie Salone del Libro, Hoepli
SEMINARI
BTM [Conferenza: Menu Design Neuromaketing e Opportunità Digitali]
Comune di Lecce Piazza S. Oronzo, 3 Maggio 2018, h. 10-12
BMITalia [Colazione Digitale]
Castione Andevenno, Sondrio 7 Maggio 2018, h. 14-18
Prossimi incontri, da definire: Pordenone, Ivrea, Alba, Torino, Firenze, Treviso, Verona, Vicenza, Padova, Modena, Parma.
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