Musei del Cibo alla Scoperta del Meraviglioso Food District di Parma

Siamo molto legati alle proposte italiane dei Musei del Gusto e del Cibo. Capillarmente diffusi i percorsi museali italiani che prendono spunto da tradizione gastronomica, biodiversità ed eccellenze alimentari, eredità etnografiche e della civiltà contadina.
Emerge tra tutte l’esperienza di un territorio che del cibo ha fatto la propria bandiera: Parma e la sua provincia. Approfondiamo con → Cristiano Casa, assessore alla Città Internazionale del Comune di Parma.
Bio di Cristiano Casa
Cristiano Casa, nato a Parma, laureato in Economia e Commercio all’Università degli Studi di Parma, dal 2012 è Assessore alla Città Internazionale con delega al Turismo, alla Sicurezza Urbana, al Commercio, al Centro Storico, al Progetto UNESCO ed alle Relazioni Internazionali del Comune di Parma.
Ha coordinato il team che ha seguito lo sviluppo del piano di marketing turistico della città e la candidatura che nel 2015 ha portato Parma a essere riconosciuta Città Creativa della Gastronomia dall’UNESCO.
Nel dicembre 2020 è stato eletto Presidente della Destinazione Turistica Emilia e, nel maggio 2021, Vice Presidente dei Musei del Cibo di Parma.
Intervista
Sempre più diffusi in Italia i musei del gusto, del cibo e tutti i percorsi che legano il territorio alla propria eredità contadina e rurale. Tra i vari criteri di raccolta e catalogazione, abbiamo adottato quello della suddivisione in privati e pubblici, evidenziando i Musei del Vino che occupano una posizione speciale.
Nell’articolo citato trovi una dettagliata elencazione dei musei distribuiti per regione. Il territorio più denso di percorsi culturali dedicati al cibo è il sistema dei Musei del Cibo di Parma… La Food Valley italiana!
- Museo del Parmigiano Reggiano a Soragna
- Museo della Pasta e Museo del Pomodoro a Collecchio
- Museo del Vino a Sala Baganza
- Museo del Salame a Felino
- Museo del Prosciutto di Parma a Langhirano
- Museo del Culatello e del Masalén a Polesine
- Museo del Fungo Porcino di Borgotaro a Borgo Val di Taro e Albareto
Questi musei vogliono essere luoghi della memoria e monumento alle passate generazioni, ma anche teatro dell’oggi capace d’illustrare e dimostrare il valore dei prodotti, più che mai protagonisti della gastronomia italiana e della Dieta Mediterranea.
Parliamone con Cristiano Casa…
Come evolvono ristorazione italiana e accoglienza turistica, in questo lungo periodo di crisi, valutandole dal vostro osservatorio? Quali prospettive e opportunità nell’immediato?
La pandemia ha generato forti cambiamenti nella nostra ristorazione e nell’accoglienza turistica. È doveroso ricordare i danni economici dovuti al forzato lockdown che hanno messo in ginocchio le imprese dei due settori, portando in molti casi alla loro chiusura.
Pensiamo alla difficoltà a reperire personale: le chiusure hanno spinto personale di cucina e di sala verso altre mansioni per poter sopravvivere, depauperando di professionalità il settore della ristorazione italiana.
Avvicinandosi le stagioni primaverile e poi estiva, assisteremo a una maggiore libertà di movimento, accompagnata dal desiderio di andare al ristorante, meglio se all’aperto, e di viaggiare scoprendo o riscoprendo luoghi vicini a casa.
Come riesce a conciliare i molteplici ruoli che riveste e quale il comune denominatore di attività e competenze? Esistono detrattori e altri che sostengono come il Turismo non possa essere mescolato ad altre task, data ampiezza e complessità. Noi scorgiamo un fil rouge tra i vari suoi “titoli”. Cosa ne pensa?
Il punto di partenza sono state le deleghe assegnatemi sin dal 2012 dal sindaco Pizzarotti. L’idea di mettere insieme turismo con commercio nasceva dal fatto che, con i cambi sociali in atto che hanno modificato la geografia commerciale dei centri storici delle nostre città, il turismo sarebbe stato fondamentale per portare persone a vivere il centro di Parma.
Prima della pandemia da Covid-19, così è stato. Un incremento importante di visitatori e di presenze turistiche: le strategie legate alle due deleghe si sono coordinate.
L’altra delega impegnativa, ovvero la sicurezza, è stata fondamentale per un coordinamento sulle attività di controllo della legalità sia in ambito commerciale che nell’ambito turistico. Per quest’ultimo si è assistito alla nascita di realtà abusive su cui intervenire tempestivamente.
Visto poi il lavoro svolto in ambito turistico, con buoni risultati, è emersa la possibilità di diventare presidente di VisitEmilia, mettendo a disposizione le conoscenze maturate negli anni a Parma.
La nomina a vicepresidente dei Musei del Cibo è emersa per il lavoro svolto sulla promozione del territorio in chiave enogastronomica, opera centrale del mio percorso, in cui ho coinvolto le filiere produttive della nostra provincia (Parmigiano Reggiano, Prosciutto di Parma, pasta, latte, pomodoro e conserve ittiche), visione e strategia condivisa che ha portato al riconoscimento di Parma a Città Creativa per la Gastronomia UNESCO.
In cosa consiste la vostra proposta di Museo del Gusto? Il vostro percorso museale è specchio di un vero e proprio food district. Quali concept, valori e princìpi di sostenibilità, anche economica, sorreggono queste esperienze? Quale risposta possono offrire questi progetti e in generale il Food&Wine Tourism?
Qui a Parma abbiamo l’onore di avere un’eredità straordinaria che è rappresentata da un saper fare unico nel campo dell’agroalimentare.
Nella nostra provincia è straordinaria la concentrazione di prodotti che ritroviamo sulle tavole di tutto il mondo, probabilmente un vero e proprio unicum a livello globale: Prosciutto di Parma, Parmigiano Reggiano, Pasta (pensiamo al grande brand Barilla), Pomodoro (con Mutti e Rodolfi Mansueto), Salame Felino, Culatello di Zibello, Fungo Porcino di Borgotaro e i Vini dei Colli di Parma.
Cultura dei prodotti tipici e territorio: queste le chiavi di volta del progetto Musei del Cibo nato agli inizi del 2000, il cui principale aspetto strategico è costituito dallo stretto rapporto con Parma, destinazione del turismo enogastronomico di qualità.
La cultura è una delle caratteristiche peculiari della “tipicità”, costituisce un elemento significativo di promozione e valorizzazione turistica.
L’idea è che il visitatore possa venire a vivere l’esperienza della food valley parmense a 360°, degustando prodotti nelle aziende o nelle trattorie ancora autentiche. Scoprire, attraverso i nostri musei del cibo, la loro storia e i motivi per cui il suo ricco patrimonio si è sviluppato in quest’area del nostro paese.
Un percorso di conoscenza che stiamo facendo vivere in primis ai nostri ragazzi, per far scoprire le loro radici nella cultura enogastronomica.
Connubio tra accoglienza turistica e cibo. Come si sposano cultura dell’ospitalità e mondo food? Quale impatto può avere sull’accoglienza e sulle politiche della destinazione?
A Parma e in Emilia, abbiamo fatto di necessità virtù. Qui il cibo è cultura e la gente visita la nostra terra per mangiar bene e autentico, per scoprire come questi prodotti straordinari vengano creati.
A Parma, nel 2014, abbiamo creato Parma City Of Gastronomy, il nostro primo club di prodotto legato all’enogastronomia sul territorio, che oggi raggruppa circa 250 operatori tra ristoratori, strutture ricettive, produttori, tour operators… L’obiettivo è creare un sistema virtuoso di accoglienza.
Negli anni è cresciuto il numero degli aderenti e, soprattutto, è migliorata la qualità della loro proposta. Da Parma il percorso è stato avviato anche su Piacenza e Reggio Emilia, attraverso il progetto VisitEmilia, con la creazione della rete Food and Wine che mette in connessione operatori di tutta l’Emilia.
Stiamo diventando una destinazione che affronta il mercato del turismo in maniera professionale, lavorando sulla proposta in termini di prodotto turistico per poi promuoverlo nei mercati di interesse.
Parma ha conquistato la classifica 2021 delle città italiane per qualità della vita stilata dall’Università La Sapienza di Roma e Italiaoggi. Ha guadagnato ben 38 posizioni in un anno, arrivando sul podio davanti a Trento e Bolzano. Quale l’ingrediente segreto?… Forse il cibo!
Ancor più fondamentale credo sia l’atteggiamento del parmigiano. Non siamo mai soddisfatti, alziamo costantemente l’asticella rispetto agli standard precedenti: ci piacciono le sfide, consapevoli dei nostri punti di forza e dei nostri punti di debolezza.
Negli ultimi anni, tutto questo si è concretizzato con un importante lavoro di squadra che ha visto insieme pubblico e privato nel delineare una visione di sviluppo, i conseguenti obiettivi e strategie per il loro raggiungimento. Senza questo connubio non saremmo mai diventati né città creativa della gastronomia UNESCO, né capitale italiana della cultura 2020-21.
Parliamo di Valori. Procediamo verso una nuova normalità, il pubblico consapevole non si accontenta più di un’affascinante narrazione ma vuole viverla in prima persona. È così anche per il brand destinazione? Quanto è influente l’offerta di esperienze di un territorio sul successo del suo comparto turistico?
Sicuramente sì. Abbiamo lanciato lo scorso anno il nuovo Brand Emilia con il claim: «La terra dello Slowmix».
Il cliente in visita può venire da noi, staccare la spina e lasciarsi andare a un mix di esperienze studiate dai nostri operatori: dall’autenticità di piatti o prodotti fatti come una volta (presso le nostre trattorie o i nostri produttori), al benessere di camminate o biciclettate nella natura dell’Appennino o in riva al Po.
Può perdersi tra le bellezze artistiche delle nostre città e scoprire i misteri di circa 50 castelli o rocche sparsi per la nostra terra.
L’Emilia è ancora uno scrigno da scoprire sia per chi viene da lontano che, in molti casi, anche per gli emiliani stessi.
Nell’ottica della nuova normalità e dell’attenzione al distanziamento fisico, come si sta evolvendo l’event management nei vostri musei e nel vostro territorio?
Il Covid-19 ha velocizzato fenomeni e cambiamenti a cui probabilmente saremmo arrivati comunque, ma con tempi più lunghi.
Nei momenti di lockdown, in cui non si poteva viaggiare, abbiamo attivato sulla piattaforma di Parma la possibilità di visitare virtualmente i luoghi più belli della nostra città, ovviamente con l’obiettivo di regalare un aperitivo a chi sarebbe venuto a gustare Parma di persona.
Non abbiamo mai smesso, grazie anche ai social media, di colloquiare col nostro pubblico continuando a ispirare il viaggio a Parma e in Emilia. In generale si sta lavorando in squadra per realizzare eventi e mostre che possano essere attrattori importanti per la città e il territorio, in grado di creare un indotto su strutture ricettive, della ristorazione e dei servizi.
Come può trarre vantaggio un ristoratore da un progetto quale il vostro? Cosa consiglia?
Il vantaggio principale è trovarsi in un territorio in cui tutti stanno remando nella stessa direzione: obiettivo comune è che il pubblico riconosca la nostra terra come la Food Valley Italiana.
Ciascuno ha un ruolo: noi, come istituzioni, dobbiamo creare le condizioni affinché il pubblico arrivi sul territorio, lavorando su campagne di comunicazione e di promozione; i nostri ristoratori e gli altri operatori turistici devono continuare a ricevere i clienti coccolandoli e raccontando loro quanto bella e buona sia la nostra terra.
Facciamo un rapido gioco: se il vostro progetto fosse uno dei gusti fondamentali, quale sarebbe?
Direi che sarebbe più un laboratorio in cui testarli tutti, esperienza immersiva per tutti i gusti, in tutti i sensi.
E se il vostro progetto fosse un libro?
Direi L’isola del Tesoro, perché Parma e l’Emilia sono ancora tutte da scoprire, per molti.
Suggerisco tre posti magici, uno per provincia, da rimanere senza fiato: Pietra di Bismantova, Teatro Farnese a Parma e Ponte Gobbo a Bobbio.
Dove possiamo incontrarvi o seguirvi?
Sfogliate il sito web dedicato alla rete museale, curiosate sul portale per informazioni turistiche su Parma. Non dimenticate VisitEmilia. Vi aspettiamo!
Ci incontreremo a BTM Taranto, il 6 aprile 2022, in un panel condotto da Nicoletta Polliotto con i principali player italiani, a proposito di Musei del Gusto.
Grazie per attenzione e disponibilità… Buona ripresa a tutti!
Conclusione
Ringraziamo l’assessore Cristiano Casa, che ci ha offerto occasione di riflessione sui temi del turismo enogastronomico e del food, visto come attrattore principale di un territorio, nonché della relazione tra destinazione e attività di somministrazione, ristorazione e vendita del food and wine con idee interessanti. Ragioniamo insieme sul futuro della ristorazione italiana e del segmento F&B.
Ci avviamo verso una ripresa del mercato legata alla fase post pandemica della crisi sanitaria. Anche se i panorami socio-politici internazionali mostrano segnali di tensioni e problematiche preoccupanti.
Ci attende quindi un’attività senza soste per garantirti un approfondimento settimanale, un report o un’intervista, al fine di accompagnarti in quella che si preannuncia la rinascita, se pur lenta, della ristorazione italiana. Se lo preferisci, iscriviti e segui la nostra newsletter.
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Menu Food Cost [Corso in presenza]
DFMLab – Green Pea e 100 vini & Affini, Torino, 14 marzo 2022 h. 09:00-18:00
FoodNet Vetrina Toscana [Evento digitale]
Vetrina Toscana, Online, dal 16 febbraio 2022 h. 14:30-16:30 ogni mercoledì
Hotel Distribution 2050 [Evento digitale]
Funnel TV, Online, 23 febbraio 2022 h. 17:00-19:00
EVENTI ONLINE – Pensieri Balenghi
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