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Food e Cinema: Julie & Julia il Cibo Come Sfida e Riscatto

Recensioni: Julie & Julia, il Cibo come Sfida e Riscatto

Food e Cinema: la nuova serie dedicata ai film sul cibo ha riscosso grande favore tra i lettori.

Con la recensione e la critica i ristoratori hanno sempre maggior dimestichezza. La necessità di gestire le proprie offerte su TripAdvisor e 2Spaghi, rappresenta una buona palestra. Attenti ai dettagli, sono pronti a cogliere qualsiasi suggerimento di crescita e riflessione strategica.

Come viene vista la creazione culinaria sul grande schermo? Guardarla attraverso gli occhi dei professionisti dello storytelling, può aiutarti a trovare la ricetta del successo?

Due Donne, Una Passione

Ho incontrato Anna Maria Pellegrino, di La Cucina di Qb, nella sua veste di presidente della AIFB – Associazione Italiana Food Blogger, per confrontarci sullo stato dell’arte del Foodtelling in Italia, in occasione di una mia pubblicazione di cui vi darò presto dettagli.

L’intesa, manco a dirsi, forte e stimolante. Così dopo il successo della recensione de Il Pranzo di Babette con Carlo Romito, ho contattato Anna Maria e le ho chiesto:

So che è folle, perché siamo impegnate e compresse in mille attività, ma ti piacerebbe scrivere una recensione di un film insieme a me?

A un’entusiastica e affermativa risposta, è seguita la richiesta di Anna Maria di recensire proprio Il Pranzo di Babette. Dato che questa analisi era appena stata effettuata, quasi all’unisono, ci siamo dette: «C’è un film che, pur con le sue pecche, narra la relazione tra generazioni e le affinità di chi racconta con amore il cibo, a prescindere dalla sua visione: Julie & Julia».

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Idea stimolante, anche per raccontare un po’ di noi stesse.

La vita in parallelo di due donne, Julia Child, moglie di un diplomatico e con lui a Parigi prima e in Europa poi negli anni ‘50, e Julie Powell, giovane scrittrice mancata, frustrata da un banale impiego amministrativo in una cupa NYC post 11 settembre. La cucina irromperà nelle loro vite e le trasformerà definitivamente.

Julie & Julia, regia di Nora Ephron, 2009

Recensione di Anna Maria Pellegrino

Anna Maria Pellegrino – owner di La Cucina Qb e presidente AIFB.

Il film è l’ultimo che Nora Ephron – scrittrice e sceneggiatrice newyorkese di origine ebraica – diresse e sembra quasi il riassunto di una sua personale analisi introspettiva in cui spesso ha costretto i personaggi dei suoi film.

Le protagoniste sono due donne e nello specifico i loro scritti: “Mastering the Art of French Cooking” dell’americana Julia Child, in collaborazione con due autrici francesi, e “Julie & Julia 365 Days, 524 Recipes” della statunitense Julie Powell.

Le donne in comune non hanno molto se non il desiderio di uscire dalla trappola di noia nella quale la vita sembra averle segregate e, in due continenti diversi e in uno spazio temporale di 50 anni, si affidano alla cucina come un’àncora di salvezza per dare nuovo slancio e nuova energia ad una quotidianità mal vissuta.

Nel film, quindi, in uno spedito sliding doors che testimonia la loro crescita ma anche la difficoltà di far convivere l’improvvisa passione con i sentimenti degli uomini della loro vita, la cucina diventa una sorta di “arte della maieutica”, che riuscirà a trasformare radicalmente le loro vite, in un processo lungo e a volte doloroso.

Se Julia, interpretata da una magistrale Meryl Streep, si confronta con la maschilista e misogina cucina francese per farla propria, fagocitandola e trasformandola poi in pietanze che riuscirà a far divenire consuete per un pubblico americano, già molto smaliziato con strumenti e semilavorati presenti nei nascenti superstore. Julie, una brillante Amy Adams, riceve un’inaspettata zattera dalla rete e dalla cura di un blog, i primi diari personali che con il nuovo millennio si affacciavano timidamente sul web. Nel suo blog, tra l’altro suggerito dal rassegnato marito, Julie replicherà in 365 giorni le 524 ricette che Julia elaborò per il pubblico statunitense nel suo famosissimo libro, raccogliendo quasi un ipotetico guanto di sfida.

Nella vita reale le due donne non si incontreranno mai. Nel film il confronto è continuo e continui sono i momenti di scoramento che entrambe vivono ma che poi superano con rinnovata energia, raggiungendo il loro obiettivo mai veramente svelato ovvero diventare interpreti assolute della propria vita, per quanto faticosa possa essere la scelta di vivere di passione, con qualche rimorso, e non di rimpianto.

Quali Stimoli per un Ristoratore o Chef?

Sicuramente molti dalla passione delle protagoniste che – come nei proverbi si ricorda – sa muovere le montagne, soprattutto quelle dell’abitudine e, perché no, del pregiudizio che alle volte stratificano in noi.

Spesso, infatti, sia chi si avvicina alla cucina senza aver seguito studi ad hoc sia i curatori di blogger enogastronomici, vengono visti come degli ibridi che sono tutto e non si concretizzano in niente: cucinano ma non sono cuochi, giocano con le immagini ma non sono fotografi, scrivono ma non sono scrittori e magari commentano, recensiscono, giudicano, creano e reinterpretano.

Cercate la luce “diversa” che molti di loro hanno negli occhi, sintomo di un amore e di un rispetto che sa cogliere e illuminare, raccontare e rappresentare, il lavoro umile e faticoso di chi sta al di qua del tavolo da buffet, di chi sacrifica tempo e affetti … come ben sanno cuochi e ristoratori.

Recensione di CnR

Nel rapporto tra Cuoco e Blogger è evidente che ci siano moltissime differenze, ma nel secondo arde la stessa fiamma che alimenta il cuore del primo, seppur con approcci spesso diversi.

Lo chef sublima il linguaggio nel piatto, nella sua emotività e composizione. Il food blogger usa la parola, il racconto come ingrediente principale o come catalizzatore del cibo che sta trattando. La materia prima, però, è la stessa, proprio come quella che hanno in comune le due protagoniste del film, realmente esistite, attraverso la storia che la regista trae con realismo e fedeltà dai 2 libri che le autrici scrivono a distanza.

Storia di riscatto femminile e sublimazione di paure, insicurezze e frustrazioni per mezzo dell’operatività gastronomica, che si fa progetto di vita. Con obiettivi ferrei, quasi incalzanti, raccontati da Julie Powell – prima del successo e prima di scriverne un libro – guarda caso grazie a un blog: Julie/Julia Project. Come se questo diario online potesse testimoniare prima a lei stessa che al mondo connesso: sforzi, speranze, tappe raggiunte.

Per la regista Nora Ephron è l’ultimo film, canto di un cigno introspettivo, anche se mascherato con la finta leggerezza della commedia, prima di morire sicuramente non anziana di leucemia. Quante donne, quante storie … come la mia e di Anna Maria. Tutte accomunate dal desiderio di fare bene, ricercando vette di qualità e di serietà professionale, anche un po’ di condividere conoscenza, di mostrare strade possibili, di dare un esempio, di fornire testimonianza.

Critica Cinematografica

Vi sveliamo ora cosa non ci ha convinto appieno del lungometraggio.

Assodati gli aspetti gradevoli – ai quali aggiungo ancora le strepitose interpretazioni femminili, unite a quelle di buon livello dei due mariti (Stanley Tucci e Chris Messina) – come gli ottimi ritmi comici che punteggiano tutto il film, il forte ed edificante messaggio del cibo vissuto come riscossa femminile … alla fine tutto appare un po’ stereotipato, edulcorato da eccessiva dose di “zucchero”, aggiungeremmo.

L’11 settembre per Julie e il maccartismo per Julia hanno un retrogusto un po’ impalpabile, poco incisivo, quasi a non voler rovinare la leggerezza della perfetta commedia alla Ephron: da “Harry ti presento Sally” in poi.

Conclusioni

Mentre riordino il post dedicato alle recensioni di Julie & Julia, ho già desiderio di analizzare altri film. Un po’ effetto cioccolata o ciliegie primaverili.

Pensi che queste recensioni siano uno sterile divertissement oppure possono stimolare analogie e riflessioni con il tuo lavoro e con le strategie che applichi in ristorante? Aspettiamo i tuoi suggerimenti su film o libri che ami, da condividere e commentare insieme. Ti aspettiamo nella nostra cucina digitale, vero e proprio diario.

Magari desideri essere proprio tu il nostro prossimo critico cine-gastronomico: candidati, candidamente!

Non perdere le altre recensioni:

a cura di

Nicoletta Polliotto

Chef di Cucina per Muse Comunicazione®, Web Media Agency specializzata in analisi, pianificazione e realizzazione di progetti di promozione on-line per il Food&Wine, il Turismo e le PMI.

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Carlo Romito
8 anni fa

è difficile non emozionarsi con quello che scrivete! Cerco di rimanere un professionista ma faccio fatica. Non ho potuto trattenere una risata sull’impietoso commento riguardante la cucina francese, il più sintetico ed azzeccato anche se con una punta di divertente cattiveria. In effetti la cucina locale italiana appartiene alle donne ed all’universo femminile , al contrario la “grand cuisine” è certamente maschilista. Prendo spunto da questo per segnalarvi altro film datato : “mangiare bere uomo donna” ( http://www.filmtv.it/film/11886/mangiare-bere-uomo-donna/) , un film di Ang lee in cui questi concetti si mescolano fra loro come in un menu; un padre grande chef… Leggi il resto »