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Intervista a Mulinum: Da Contadini a Maestri d’Accoglienza

Intervista a Mulinum: Da Contadini a Maestri d'Accoglienza

Sosteniamo con i ristoratori l’importanza di creare reti di imprenditori, colleghi food maker (come anche altre attività sul territorio) e, soprattutto, di determinanti micro influenzatori – i Fornitori.

I quali fanno fatica a comunicare e promuovere il loro prodotto. Sta nascendo, però, una nuova generazione di produttori e trasformatori, attenti e sul pezzo, che cercano di coniugare antichi saperi, contemporanee forme di vendita e relazione, nuove tecnologie. Oggi lo raccontiamo con → Stefano Caccavari, Founder di Mulinum.

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Ogni parte del sistema di comunicazione, promozione e vendita dell’offerta è raccontata con semplici how-to-do, conditi con buone pratiche, interviste agli specialisti, testimonianze di brand del food e dell’accoglienza ristorativa. Pratici spunti da applicare subito in cucina e in sala.

Un gran lavoro che il ristoratore deve fare su di sé riguarda la gestione della rabbia (generata dalla lettura di recensioni e commenti negativi), ma anche un’analisi della propria offerta, affinché si proponga un’esperienza piacevole per il proprio ospite… Tenendo a bada il proprio ego! Questo il 1° passo per lavorare sulla propria Brand Reputation.

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Bio di Stefano Caccavari

Stefano Caccavari – cresciuto a pane e computer – sogna gli States ma, a 26 anni, dopo gli studi in economia aziendale, decide di restare nel piccolo borgo di San Floro (CZ) per difendere il suo territorio: cede al richiamo della sua terra dando vita a Orto di Famiglia, una multiproprietà agricola con spazi affittati a 150 appassionati di produzione biologica, laddove rischiava di sorgere la più grande discarica d’Europa.

Mulinum - Il fondatore Stefano Caccavari

Mulinum – Il fondatore Stefano Caccavari

Sulla scia di tale successo, decide di approfondire anche le origini dei grani antichi locali. Da qui l’idea di “salvare” un antico mulino a pietra: con un post su Facebook lancia un crowdfunding innovativo e, in 48 ore, raccoglie 72mila euro… In 90 giorni 500 mila euro.

Nasce Mulinum, la più grande startup agricola sorta sul web, con attualmente 220 soci, che si attesta una filiera chiusa e garantita.

Il 31 gennaio 2017, inaugura Mulinum San Floro, un casolare biosostenibile con macine in pietra naturale, ove gli antichi grani (Senatore Cappelli, Maiorca, Segale, Verna, Farro) vengono trasformati in farina integrale.

Vi è anche un forno a legna d’ulivo, a vista, per pane, lievitati e pizze, farcite con verdure bio e firmate dalla chef stellata Caterina Ceraudo, che si possono assaporare nella sala degustazione.

Intervista

Il successo di un’impresa ristorativa passa attraverso la declinazione contemporanea di comunicazione, relazione e vendita. Non risulta efficace se non si ispira, collabora ed entra in sintonia con una nuova generazione di produttori coraggiosi.

Mulinum si è rivelato un modello d’impresa replicabile sul territorio nazionale. Dal piccolo borgo calabrese, infatti, sta sorgendo una realtà Mulinum anche in Toscana, a Buonconvento, in provincia di Siena (Val d’Orcia). Un’altra a Mesagne, in provincia di Brindisi.

La formula è sempre la stessa: crowdfunding e incontri con appassionati che permettono di raccogliere i capitali necessari, senza alcun finanziamento pubblico.

La mission è creare una grande filiera nazionale agricola-biologica, lontana dalle importazioni industriali: realizzare un Mulinum in ogni regione d’Italia, poi in ogni provincia, in zone agricole, distanti massimo 20 minuti dai centri urbani. Una catena di pizzerie e forni Mulinum.

Sentiamo il racconto del progetto dalla voce del fondatore: Stefano Caccavari.

Buongiorno Stefano e grazie per il tempo dedicato alla nostra intervista. Se dovesse raccontare con una manciata di parole che cosa significa oggi essere food maker, come risponderebbe? 

Stefano Caccavari: Buongiorno Nicoletta e grazie per l’ospitalità su CnR – Comunicazione nella Ristorazione.

Essere food maker, per noi che abbiamo ripreso la coltivazione dei grani antichi locali, significa offrire ai nostri clienti la possibilità di mangiare sano, tracciando la nostra filiera chiusa e protetta e contribuendo alla valorizzazione del territorio.

Siete partiti dal locale per diventare “globali”. Qual è la strategia sottesa? Come siete riusciti a conciliare filiera corta, controllata ed espansione aziendale? È un prodotto che va al di là del territorio? Puntare sulla territorialità non rischia di limitare e settorializzare un progetto?

SC: Dire che siamo diventati globali è eccessivo, preserviamo sempre la nostra tipicità: i nostri prodotti sono la celebrazione dei sapori genuini della terra calabrese che, con il nostro impegno quotidiano, miriamo a far conoscere sull’intero territorio nazionale.

Siamo orgogliosi, perché partito da San Floro, il nostro modello sia produttivo che imprenditoriale si sta espandendo.

Stiamo, appunto, avviando altri Mulinum in Toscana, precisamente a Buonconvento, in Val d’Orcia, in Puglia, a Mesagne, e in Sicilia, alle porte di Siracusa.

Frattanto, i nostri prodotti giungono in botteghe e supermercati, attenti alla qualità, in varie città della Calabria e anche fuori regione. Ed è proprio la territorialità che ci contraddistingue, fidelizzando il nostro target di clienti, senza mai cedere all’industrializzazione.

Quanto è importante la Food Experience Design ossia progettare l’esperienza del proprio ospite? In che relazione ponete produzione, somministrazione e accoglienza del cliente?

SC: Entrare nel nostro Mulinum equivale a vivere un’esperienza multisensoriale tra antiche macine a pietra e campi di grano dorati, trasportati dalla magia degli antichi sapori.

Mulinum - Mulino in Pietra

Mulinum – Le macine in Pietra

Non appena varca la porta del mulino, il nostro cliente viene accolto con una degustazione del nostro pane brunetto, dei nostri pani speciali, conditi con olio del territorio, soprattutto può constatare l’intero processo produttivo.

Dall’Italia fuggono i cervelli, dal Sud emigrano passioni e saperi. Come affrontate queste tematiche e come il vostro progetto si pone in controtendenza con questi flussi?

SC: A poco più di vent’anni, in seguito alla domanda posta da un mio amico: «…cosa fai per difendere il tuo territorio?», ho accantonato il sogno degli States decidendo di restare nel piccolo borgo di San Floro, dove ho costruito un futuro per me e la mia terra recuperando il passato.

Nella nostra azienda agricola lavorano 12 giovani, fieri di aver ripreso un antico mestiere senza allontanarsi dalla Calabria. Tra l’altro, siamo stati anche testimonianza di emigrazione al contrario: due ragazzi, che lavorano in Inghilterra, affascinati dal mio progetto, tempo fa, sono venuti a lavorare quaggiù.

Il vostro progetto è stato presentato e finanziato da un’esperienza di Crowdfunding. Ci raccontate cosa è successo? 

SC: Mulinum è nato, interamente, grazie a un crowdfunding che ho lanciato, il 14 febbraio 2016, con un post su Facebook: nel giro di poche ore l’annuncio per recuperare un antico mulino è diventato virale sino a farci raccogliere, in soli 90 giorni, 500.000 euro.

Abbiamo costituito il progetto, con 101 soci provenienti da vari angoli del mondo. Ora i soci sono 220 in quanto, sempre con la formula del crowdfunding, senza alcun finanziamento pubblico, stiamo procedendo per l’avvio degli altri Mulinum.

Quanto conta la formazione del personale? Una ricerca della Coldiretti ha dimostrato che la predisposizione a innovazione e crescita nell’agroalimentare, in alcuni regioni, è direttamente proporzionale a grado di formazione e scolarizzazione dei titolari del management d’impresa. Cosa ne pensa?

SC: L’agroalimentare rappresenta il gioiello della Calabria, anche se spesso non è abbastanza valorizzato.

Proprio per tale motivo bisogna sviluppare competenze. All’inizio, da studente di economia e appassionato di informatica, mi sono ritrovato imprenditore. Un ruolo importante per un allora ventenne, che, però, tuttora, rafforzo leggendo testi dei guru dell’economia e del marketing e specializzandomi con corsi di formazione.

La stessa attenzione la pongo nei confronti della formazione e nell’aggiornamento dei miei collaboratori. Anche se, nel forno, la migliore docente resta sempre mia nonna Concetta.

Avete avuto insuccessi e compiuto sbagli? Qual è il valore dell’errore per un imprenditore del food oggi?

SC: Lungo il percorso di vita e d’impresa sono inevitabili ostacoli ed errori. Il mio motto, guida nel mio operato, è Audere semper.

Quanto siete Digital? Come organizzate le vostre strategie comunicative sui social media?

SC: Siamo nati sui social, dove tuttora siamo molto attivi con azioni di storytelling che ci avvicinano ai clienti mediante il racconto del sogno, delle piccole grandi conquiste, delle lotte in difesa dell’agricoltura biologica italiana, distante da pesticidi e OGM.

Anche a livello commerciale, infatti funziona molto bene il nostro e-commerce. Per ottimizzare la nostra strategia comunicativa sui social ci rivolgiamo a un consulente esperto di digital marketing.

Tradizione e innovazione nel cibo: qual è il punto di equilibrio che avete trovato?

SC: La coniugazione di tradizione e innovazione rappresenta il nostro punto di forza: abbiamo recuperato la tradizione della coltivazione dei grani antichi, ridiamo vita ad antichi mulini con macine a pietra naturale, tessendo contatti e sinergie. Spesso mediante lo strumento magico che è la tecnologia.

Recuperare il passato per costruire futuro è la chiave del nostro successo. La nostra tipicità fa la differenza per i nostri clienti e sostenitori.

Ora stemperiamo la conversazione con qualcosa di divertente ma di profondo. Un consiglio Librario e uno Cinematografico. Cosa consigli ai nostri lettori?

SC: Matrix, sicuramente non può mancare nella propria videoteca. E, come libro, un classico d’impresa: Padre Ricco Padre Povero di Robert Kiyosaki

Qualche consiglio ai Ristoratori e Chef che ci stanno leggendo?

SC: Il mio consiglio non è rivolto solo ad albergatori, ristoratori e chef ma a tutti coloro che hanno un sogno: coltivatelo, non abbattetevi, credete nelle vostre capacità e nelle risorse del vostro territorio!

Ci invitate a qualche evento o ci lasciate con qualche appuntamento?

SC: Periodicamente, organizziamo eventi culturali legati al tema del rispetto dei luoghi, della natura e del legame con le origini. Anche incontri di sensibilizzazione all’alimentazione sana che favorisce il benessere psicofisico.

L’appuntamento più importante che tengo a segnalare è la nostra Festa della Trebbiatura, giunta al 4° anno. Nel mese di luglio, celebriamo l’antico rito della mietitura del grano, alternando momenti di dibattito e riflessione con personalità di spicco del panorama scientifico internazionale, musica tradizionale e degustazione dei nostri prodotti.

Non possiamo dimenticare la nostra partecipazione a BTM Lecce, grazie al tuo invito, in cui parleremo della nostra storia ed esperienza. Ci vediamo lì, vero?

Vision: Quali i progetti per il futuro?

SC: Come potrà immaginare, i progetti nella mente di un visionario sono tanti ma, per il momento, voglio annunciare solo quello ormai imminente: l’apertura di Mulinum Buonconvento.

Grazie per l’attenzione e buoni sogni e visioni a tutti!

Conclusione

Pensavi fosse possibile lanciare anche un’attività produttiva agricola attraverso il crowdfunding? Scopri di più e commenta o fai una domanda a Stefano Caccavari.

Scrivi le tue opinioni, le domande e le curiosità che desideri condividere con il nostro ospite. Fai conoscere la tua esperienza, offriti volontario per raccontare la tua storia, suggerire nuove interviste o recensioni.

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a cura di

Per la rubrica Ricetta del Successo

Nicoletta Polliotto

Chef di Cucina per Muse Comunicazione®, Web Media Agency specializzata in analisi, pianificazione e realizzazione di progetti di promozione on-line per il Food&Wine, il Turismo e le PMI.

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