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Food nel Metaverso: Come Utilizzare i Mondi Virtuali per l’HoReCa

Food nel Metaverso: Come Utilizzare i Mondi Virtuali per l'HoReCa

Non si placano i racconti dei media sul tema dei Metaversi, applicati anche al mondo del food. Compreso che si dovrà convivere sempre più con l’Intelligenza Artificiale e che questa può rivelarsi uno strumento utile e prezioso, se usato con giudizio.

Scopriamo se e come si potrà mangiare nel mondo virtuale con l’aiuto di → Simone Puorto, esperto di diritto per la ristorazione.

Intervista

Simone Puorto è giornalista specializzato in travel tech, keynote speaker, podcaster, consulente, autore di quattro best seller sull’hotel marketing, scrittore per i principali blog di settore, Metaverse Ambassador, NFT enthusiast, docente, fondatore e CEO dello studio di consulenza Travel Singularity.

Ha recentemente dato alle stampe il volume Hotel Distribution 2050 per la collana DMT della casa editrice Hoepli.

Ciao Simone, grazie per essere tornato con noi dopo la nostra precedente intervista a tema Metaversi. Ricordiamo ai lettori quali sono i progetti che segui e il tuo ambito di competenza?

Grazie intanto per ospitarmi ancora. Mi occupo di Turismo e tecnologia da oltre 25 anni sotto diversi punti di vista: sono autore, keynote speaker e mente dietro l’organizzazione del primo evento mai realizzato nel metaverso – Polybius – dedicato al settore travel e hospitality.

Insegno anche come MBA lecturer in diverse università italiane e sono incluso nella giunta consultiva di alcune delle più innovative aziende tecnologiche. Avrete a questo punto compreso come il mio principale interesse è il tech per hospitality e food, quindi anche di Metaverso, che racchiude molte tecnologie diverse e non ha ancora una definizione comunemente accettata.

La mia principale occupazione riguarda le applicazioni della realtà estesa (virtuale, aumentata e mista) nel mondo travel, ma mi frullano in mente molte idee sulle possibili applicazioni del Metaverso in ambito food.

A tal proposito, ritieni possibile che il Metaverso venga utilizzato nel food e nella ristorazione? Se sì, come?

A mio avviso ci sono infinite possibilità ma prima di tutto consiglio un passo indietro: farei una distinzione tra il Metaverso come ambiente social e quello come ambiente industriale.

L’ambito social propone mondi virtuali (Horizon o Roblox, ad esempio) dove gli utenti si incontrano e giocano, interagendo.

L’ambito industriale prevede che le tecnologie di realtà estesa siano impiegate per risolvere problemi del mondo fisico.

Ad esempio, potremmo applicarlo nel food per il settore formazione del personale. Quanto sarebbe interessante implementare nel metaverso il training del personale da inserire in sala o in cucina?

Andremmo a progettare un’esperienza di formazione immersiva, anche a distanza, entrando in contatto con risorse qualificate anche fuori della propria area geografica, per ampliare le possibilità di trovare personale competente e qualificato.

Come dimenticare poi le applicazioni più orientate al marketing?

Pensiamo alla creazione di gemelli digitali dei locali, cioè la progettazione di ambienti virtuali dove il cliente può consultare il Menù e ordinare piatti magari consegnati a domicilio, vivendo così una food experience personalizzata e fortemente impregnata dei valori del brand.

Potremmo creare un’esperienza food che inizia nel mondo virtuale e si conclude in quello reale, in una continua interazione tra fisico e digitale, ormai Onlife (intreccio tra vita online e offline, inscindibile, in un”epoca interconnessa, teorizzato da Luciano Floridi nel suo The Online Manifesto, ndr)

Il panorama che tracci è affascinante e interessante ma quanto può costare a un ristorante investire in questa direzione?

Hai perfettamente ragione: la creazione di un gemello virtuale di un locale implica un grande investimento. Nel caso di budget più ridotto si possono prevedere approcci meno convenzionali ma economicamente più sostenibili. Ti faccio un esempio…

Perché non progettare l’inserimento di avatar in videogiochi all’interno del metaverso, nei quali gli utenti possano finalizzare un ordine consegnato in delivery, semplicemente cliccando su questi personaggi virtuali, nuove interfacce del brand ristorante?

Il nome di questa tecnica è in-game advertising e risulta sicuramente più profittevole e meno onerosa rispetto alla creazione di interi luoghi virtuali. Quest’ultimo investimento, però, risulta ancora rischioso perché esistono molti mondi virtuali che non comunicano tra loro o lo fanno in maniera parziale.

Come valutare se investire in tecnologie metaversiche sia la scelta giusta per un’azienda del food?

Come in ogni progetto o strategia, occorre poggiarsi su un’analisi attenta degli obiettivi che si vogliono raggiungere. La tecnologia non è fine a se stessa ma va concepita come un mezzo per raggiungere specifici obiettivi.

La prima domanda quindi è: «L’investimento in tecnologie metaversiche è in grado di aiutarmi a raggiungere gli obiettivi che mi sono prefissato?».

Se la risposta è sì, allora bisogna valutare quale percorso intraprendere: fare un investimento con la creazione di un mondo virtuale proprietario oppure puntare sulla sperimentazione e sull’integrazione in mondi già esistenti?

Qualsiasi strada si imbocchi, bisogna partire da un’analisi costi-benefici, con un occhio di riguardo al rischio connesso all’investimento.

Specialista in Travel Tech e futurista. Chi meglio di te ci può anticipare cosa aspettarci dal futuro del metaverso in ambito food?

Credo che il futuro del Metaverso in ambito food non sarà una sorta di realtà virtuale verticale nella quale spostarsi consumando cibo. Avrà senz’altro un approccio più olistico: il cibo sarà solo uno degli elementi di una esperienza estesa e immersiva, che coinvolgerà anche altri sensi e molte altre attività, in altri ambiti esperienziali.

Immagino una sorta di viaggio virtuale alla scoperta di territori e di produttori, dove si potrà interagire con la comunità e le persone che producono, distribuiscono, trasformano, somministrano, imparando a conoscere la storia e la cultura di un cibo.

Si ricorrerà al metaverso anche per la fase del management per sostenere i processi produttivi, utilizzando la realtà mista per monitorare la qualità delle materie prime, la temperatura di trasporto e le condizioni di conservazione. E molto altro… Stiamo a vedere!

Immaginiamo un ristorante o un’azienda food che abbia valutato il Metaverso come strategico per il raggiungimento dei propri obiettivi Quali consigli daresti loro, per avvicinarsi a questo mondo?

Il primo consiglio è di non lasciarsi abbagliare da facili illusioni: il Metaverso non è la panacea di tutti i mali. Propongo una visione in cui le tecnologie di realtà estesa siano vissute come un’opportunità di sperimentazione e di ampliamento delle possibilità di business.

Non cadete nel tranello della “corsa all’oro”, dove tutti cercano di creare il Metaverso perfetto, in grado di raggiungere le masse, in modo dirompente. Siate oculati e puntate sulla sperimentazione, su test pilota e sull’integrazione in mondi già esistenti. Investite in tecnologie metaversiche solo se avete la certezza che l’investimento porterà un ritorno tangibile e misurabile.

Come dicevamo prima, il metaverso non può essere concepito come una tecnologia che risolverà tutti i problemi, ma una opportunità per aprire la mente a nuove possibilità, allargando visione e orizzonti.

Grazie Simone per i preziosi consigli e per le idee come sempre innovative che ci prospetti.

Grazie ai lettori per la loro attenzione e a Comunicazione nella Ristorazione per avermi nuovamente ospitato.

Arrivederci al prossimo appuntamento.

Conclusione

Ringraziamo Simone per aver nuovamente affrontato il tema del Metaverso applicato al mondo del food, così sensoriale e così umano. Parla direttamente con l’esperto, per richiedere ulteriori approfondimenti e segnalaci temi che gradiresti affrontare e approfondire oppure, se vuoi, raccontaci la tua esperienza.

Continuano i nostri appuntamenti editoriali e gli approfondimenti dal mondo del food e dell’accoglienza ristorativa, con un’attività senza soste per garantire un approfondimento settimanale, un report o un’intervista, al fine di accompagnarti in quella che si preannuncia la rinascita della ristorazione italiana.

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a cura di

Nicoletta Polliotto

Chef di Cucina per Muse Comunicazione®, Web Media Agency specializzata in analisi, pianificazione e realizzazione di progetti di promozione on-line per il Food&Wine, il Turismo e le PMI.

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