Cous Cous Fest: Quando il Cibo Diviene Simbolo d’Integrazione
Gli eventi del cibo sono ecumenici e aggreganti per definizione. Intorno alla tavola ci si incontra, si scambiano opinioni, si litiga e ci si riappacifica. Abbiamo un po’ perso la grande forza sociale del mangiare insieme e la rete, come gli eventi, può essere luogo in cui ritrovare questa condivisione.
Sagre, festival, fiere sono grandi opportunità, anche culturali, ma nessun evento è riuscito a eguagliare il Cous Cous Fest per capacità di declinare cibo e integrazione culturale. Ne parliamo con → Canzio Marcello Orlando, founder e anima del festival siciliano.
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Storia di Canzio Marcello Orlando
Cofounder e ceo di FEEDBACK srl, società di comunicazione integrata, marketing e grandi eventi, fondata nel 1997, ideatrice e producer del Cous Cous Fest. Ottenuta la Laurea in tecnica pubblicitaria e in scienze della comunicazione con lode, dal 1981 si occupa di advertising, comunicazione, marketing territoriale, eventi e web marketing.
Dal 2009 docente a contratto presso l’Università di Palermo nel corso di laurea magistrale in Comunicazione Pubblica d’Impresa e Pubblicità e nei Master in “Hospitality Management and Food & Beverage” ed “Economia e management dei Beni Culturali e del patrimonio Unesco”.
Mi ha sempre affascinato immaginare il viaggio come percorso estesico, alla scoperta dei luoghi e degli elementi che producono quel cibo, generatore di cultura e integrazione.
— Canzio Marcello Orlando
Intervista
Tra il 20 e il 29 Settembre 2019 si terrà a San Vito Lo Capo, in provincia di Trapani, la XXII edizione del Cous Cous Fest. L’evento viene è una: «…festa di sapori e civiltà che celebra il cous cous, piatto della pace e dell’integrazione».
Omaggio al Mediterraneo come crocevia di culture, etnie, tradizioni e genti: ponte, non muro. Touch-point vocato all’incontro e allo scambio, non allo scontro e all’esclusione. Il cibo ne è volano e acceleratore. Con un piatto, il cous-cous, dalle mille declinazioni e differenze ma comune denominatore di valori.
Buongiorno Canzio e grazie per dedicarci il suo tempo. Come racconterebbe, in una manciata di parole, cosa significa oggi essere Food Experience Designer?
Canzio Orlando: Creare un’esperienza unica intorno al cibo e ai suoi luoghi di produzione e consumo che coinvolga il destinatario in una viaggio estesico.
L’idea di realizzare un evento a San Vito Lo Capo, quando è nata e perché? Quale la strategia sottesa? Perché il cibo e, soprattutto, perché questo piatto?
CO: L’idea è nata nel 1997 con l’obiettivo di promuovere il turismo a San Vito Lo Capo – piccolo paese siciliano affacciato sul Tirreno che lambisce una spiaggia bianchissima – e destagionalizzare i flussi turistici.
La stagione estiva nella cittadina si concludeva, infatti, il 1° settembre, giorno in cui tutte le strutture ricettive e di ristorazione chiudevano i battenti per riaprire l’anno successivo. L’evento nasce quindi come progetto di marketing territoriale, ideato dall’agenzia Feedback di Palermo e mirato ad attirare turismo in un periodo di bassa stagione.
Si è pensato di organizzare un evento dedicato al Cous Cous, in quanto piatto simbolo del territorio, elemento caratteristico della gastronomia locale, approdato sulle coste trapanesi a seguito degli scambi tra i pescatori locali e quelli delle coste del Nord Africa. Protagonista indiscusso dell’evento, piatto “glocal”, dieta quotidiana di milioni di persone, di etnie e religioni diverse, ricco di storia e simbolo di pace, integrazione e scambio culturale.
Promuovere un territorio attraverso un piatto/prodotto tradizionale è stato determinante per il successo del vostro progetto? Complicato far conoscere il vostro evento? Che ricaduta ha avuto sul territorio e sulla regione Sicilia come brand?
CO: La scelta del cous cous quale veicolo per fare conoscere San Vito Lo Capo e l’evento nei confronti di un pubblico non solo regionale ma anche nazionale è stata senza dubbio determinante e vincente.
A questo piatto semplice, nato come alimento delle popolazioni berbere nel deserto, abbiamo pian piano associato elementi simbolici, trasformandolo in elemento di sintesi tra culture, di integrazione e scambio tra popoli. In una parola, simbolo di pace.
Ecco che l’incocciata, l’arte di aggregare con le mani la semola di grano con acqua e olio per formare le piccole palline di cous cous è diventata essa stessa gesto di unione proprio come la filosofia promossa dal festival. L’evento è cresciuto edizione dopo edizione arrivando in tutta Italia, così come la cittadina di San Vito Lo Capo, prima nota soltanto a un pubblico regionale.
È stato un processo lungo, svolto attraverso gli anni e che ha avuto come punto di forza un’attività di P.R e ufficio stampa ultra-ventennale su un target di giornalisti ed opinion leader nazionali ed internazionali.
Le ricadute sul territorio sono state incredibili, con uno sviluppo delle attività alberghiere ed extra alberghiere che oggi propongono oltre 7.000 posti letto contro i poco più di 2.000 del 1998. Oltre 250 tra b&b, hotel, residence e strutture turistiche caratterizzate da dimensioni contenute frutto – nella maggior parte dei casi – di riconversione di edilizia residenziale esistente.
Le presenze turistiche in un ventennio sono cresciute da poco più di 130 mila a oltre 650 mila, generando un PIL pro capite tra i più alti del mezzogiorno, per un comune di 4.800 anime.
Indubbiamente la notorietà crescente dell’evento e della destinazione San Vito Lo Capo ha avuto una ricaduta anche sul brand Sicilia, contribuendo a promuovere un’immagine positiva dell’isola, il suo turismo e il suo ricco patrimonio enogastronomico e naturalistico.
Avete ottenuto a cascata effetti benefici sulla destagionalizzazione? Il cibo è veramente un attrattore così forte per una destinazione balneare?
CO: Destagionalizzare le presenze è l’obiettivo primario che il nostro progetto intendeva perseguire. E i risultati, negli anni, sono stati sorprendenti. Grazie anche al traino della manifestazione, nel solo mese di settembre in 20 anni (1997–2017) a San Vito Lo Capo le presenze turistiche sono più che decuplicate, passando da 11.063 a 100.000, con le conseguenti ricadute positive sull’indotto e sull’occupazione, in particolar modo nel settore turistico.
Il cibo, nel progetto, è servito quale attrattore per promuovere una destinazione cui non mancavano le straordinarie bellezze paesaggistiche, come un litorale mozzafiato e un territorio stretto tra due riserve naturali, ma soltanto la notorietà al di fuori dei confini dell’isola.
#Turismo #Foodtourism #Couscous #EventMarketing ingredienti di valorizzazione del territorio. Condividi il TweetQuali le strategie di comunicazione e promozione adottate? Quanto è stato determinante un progetto di Digital Marketing? E i social media?
CO: Le strategie di comunicazione elaborate nei primi anni affiancavano a un’azione di P.R e ufficio stampa efficace, anche investimenti pubblicitari in media generalisti e del settore turistico ed enogastronomico. Poco per volta, abbiamo iniziato a raccogliere i frutti del lavoro e oggi sono spesso le testate giornalistiche a contattarci per parlare della manifestazione o per partecipare all’evento.
La comunicazione si è svolta anche attraverso la partecipazione a eventi fieristici come la Borsa Italiana del Turismo o l’organizzazione di eventi e conferenze stampa presso l’Associazione della Stampa estera, al Consolato Italiano a Boston, etc.
Il digital si è affiancato agli strumenti di comunicazione tradizionale potenziandone i risultati in maniera assolutamente sinergica. Lo stesso vale per i social media, oggi strumento indispensabile nelle strategie di comunicazione. Oltre all’attivazione e gestione delle pagine e degli account sui principali social media (Facebook, Twitter, Youtube, Instagram) abbiamo ideato contest digitali per brand nazionali sia pre-evento sia durante, raggiungendo un target di oltre 250mila persone durante il festival.
Avete fatto Local Marketing o Mobile Marketing oppure ritenete che per il vostro progetto non sia funzionale tale strategia?
CO: Abbiamo svolto attività di local marketing attraverso un mix che abbraccia sia i canali tradizionali (ad es. distribuzione di pieghevoli presso i centri di informazione turistica della città, affissione, spot tv e radio, pianificazione in media locali, organizzazione di conferenza stampa di presentazione dell’evento, etc.) sia quelli digitali (creazione di sondaggi, coinvolgimento di social influencer locali, etc).

San Vito Lo Capo: destagionalizzare con enogastronomia ed eventi.
Inventate o state pensando a una campagna social? Utilizzate hashtag o tecniche di Viral Marketing per favorire la diffusione di post, immagini e quindi per favorire l’engagement?
CO: Abbiamo svolto in passato e ancora oggi conduciamo campagne social e ogni post sui social network utilizza gli hashtag dell’evento #couscousfest e gli slogan #makecouscousnotwar e #emozioniunite che quest’anno è diventato #makecouscousnotwalls. Abbiamo stimolato l’engagement attraverso la creazione di sondaggi e contest.
Come si è evoluto l’Event Marketing del cibo: dalla sagra agli eventi per gastrofighetti?
CO: Oggi il consumatore cerca e ama sperimentare: il Cous Cous Fest si configura come evento in grado di fare vivere ai suoi visitatori esperienze uniche. Come assaggiare e votare i piatti di chef internazionali o assistere dal vivo alla preparazione di ricette da parte di chef stellati o ancora partecipare al concerto del proprio gruppo preferito sulla magnifica spiaggia di San Vito Lo Capo.
In questo senso, l’evento si è evoluto da sagra dedicata al cous cous a evento internazionale che offre la possibilità di vivere esperienze uniche in un posto che lo è altrettanto.
Creatività e solidità gestionale del manager. Come conciliare i due aspetti ossia è più importante avere un’idea originale nel food oppure costruire uno strutturato progetto di vendita e servizio?
CO: Un’idea originale è importante ma va supportata da un adeguato progetto di sostenibilità economica, ideato e gestito in maniera professionale da chi svolge questo lavoro, altrimenti il progetto non potrà mai crescere e svilupparsi.
Il vostro format è esportabile o è siciliano, troppo glocal per essere portato in qualche altra destinazione?
CO: Assolutamente sì: il nostro format, che ha come focus un contest internazionale, è stato riproposto sul tema del Thunnus thynnus (tono rosso pescato nelle antiche tonnare con il rito secolare della mattanza) sin dal 2003 nel mese di maggio, a Carloforte nell’isola di San Pietro in Sardegna, tra le poche tonnare attive del mediterraneo.
A partire dall’esordio, le 17 edizioni del “GiroTonno” – dove i tonni corrono e i sardi parlano genovese – hanno trasformato l’isola di San Pietro in capitale mondiale del tonno rosso di qualità, generando importanti flussi turistici per un’area poco conosciuta come quella del Sulcis Iglesiente.
Cosa consigli di guardare e leggere ai nostri lettori, raccontandoci il perché?
CO: Prima lezione di semiotica di Gianfranco Marrone, un testo che vi introdurrà nella articolata e affascinante costruzione del senso.
Qualche consiglio agli albergatori, ristoratori e chef che ci stanno leggendo? Magari anche qualche coordinata (e spoiler) per la prossima edizione di Cous Cous Fest 2019.
CO: Raccontate i vostri Menù e i vostri servizi attraverso un mix media che susciti nel cliente attuale e potenziale immaginazione e desiderio di vivere il vostro territorio.
Anticipazioni del Cous Cous Fest 2019: la degustazione di oltre 30 ricette diverse di cous cous provenienti da tutto il mondo di carne rosse e bianche, pesce e verdure; i concerti live in spiaggia degli artisti che compongono la nostra lineup: Mahmood, Boomdabash, Noemi, Ringo e Issam Kamal.
Gli ospiti potranno seguire la performance nel campionato del mondo della squadra multietnica che sotto l’egida dell’UNHCR – Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati – sfiderà gli chef provenienti da sette nazioni tra Asia, Europa e Africa.
A tutti… Enjoy Cous Cous Fest 2019!
Conclusione
Il caso di studio del Cous Cous Fest è emblematico: ci racconta di come un piatto, un’eredità culturale e una manciata di valori siano i semplici ingredienti per creare una succulenta ricetta per un evento di successo e per il rilancio di una destinazione turistica. Scrivi le tue opinioni, le domande e le curiosità che vuoi condividere con il nostro ospite nei commenti al post. Porta la tua esperienza, offriti volontario per raccontare la tua storia, suggerire nuove interviste o recensioni.
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Torino, 7 ottobre 2019 h. 09:00-17:30
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Milano, 14 ottobre 2019 h. 09:00-17:30
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